PARTE PRIMA

Durante la prima guerra mondiale, i soldati italiani feriti ( anche non gravemente ) spesso, trovavano la morte, in quanto non venivano adeguatamente curati dai reparti che li dovevano soccorrere.  Spesso i soccorritori erano  in numero esiguo, spesso senza le attrezzature.

Tagliando corto,  è utile citare il Il Decreto Luogotenenziale n° 38 del 9 gennaio 1916

«Tommaso Di Savoia Duca di Genova Luogotenente Generale di Sua Maestà Vittorio Emanuele III Per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d’Italia

In Virtù dell’autorità a Noi Delegata; Considerata l’opportunità di istituire corsi di Medicina e chirurgia nella zona di guerra per gli studenti del V e VI anno di Medicina che sono sotto le armi, allo scopo di provvedere ai bisogni sanitari dell’Esercito combattente e al tempo stesso di fornire agli studenti il modo di continuare i loro studi nella zona di guerra; Veduta la legge 22 maggio 1915, N. 671; Sentito il Consiglio dei Ministri; Sulla proposta del Ministro Segretario di Stato per la Pubblica Istruzione, di concerto con quello della Guerra; Abbiamo decretato e decretiamo:

  • ART. 1 – Sono istituiti in San Giorgio di Nogaro Corsi di medicina e chirurgia nella zona di guerra per gli studenti del V e VI anno di medicina e chirurgia che si trovano sotto le armi.
  • ART. 2 – La direzione dei Corsi sarà affidata da Ministro della Pubblica Istruzione d’accordo con quello della Guerra, ad un insegnante interno di grado ordinario di Università, il quale provvederà allo svolgimento didattico secondo le norme vigenti per la Facoltà Universitaria di medicina e chirurgia, tenendo conto delle particolari esigenze e delle finalità speciali dei corsi medesimi. Anche tutti gli insegnanti saranno scelti dal Ministero dell’Istruzione, d’accordo con quello della Guerra.
  • ART. 3 – I corsi predetti sono obbligatori per gli studenti del V anno di medicina e chirurgia in servizio militare in zona di guerra e facoltativi per quelli di zona territoriale. Ad essi potranno essere inscritti anche gli studenti militari del VI anno che ne facciano domanda e desiderino approfittarne invece del Corso accelerato istituito presso le Università col Decreto Luogotenenziale 28 novembre 1915.
  • ART. 4 – Gli esami speciali dei corsi e quello di laurea saranno dati in una R. Università.
  • ART. 5 – I corsi dipenderanno amministrativamente e disciplinarmente dalla Intendenza Generale dell’Esercito. Alle spese occorrenti per essi provvederà il Ministero della Guerra.
  • ART. 6 – Ad eventuali modificazioni che si rendessero indispensabili del funzionamento dei corsi provvederà il Ministero della Pubblica Istruzione d’accordo con quello della Guerra.

Ordiniamo che il decreto, munito del Sigillo di Stato sia inserito nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a Roma, addì 9 gennaio 1916.

Tommaso Di Savoia

L’Università Castrense di San Giorgio di Nogaro istituita il 13 febbraio 1916 fu una Scuola Medica da campo fondata per fronteggiare le richieste di medici sul fronte bellico della prima guerra mondiale.

Il termine “Castrense” deriva dal fatto che la sede dell’Università si trovava collocata in un accampamento militare (castrum, in latino).

Chi leggerà,  una domanda dovrà porsela……  Si dovrà chiedere, ma qual è il motivo di questa  citazione?  Perché scavare nella storia?

La risposta univoca, è quella di  risolvere una emergenza, che non è l’unica in Italia in termini di gravi problemi sociali.

Il problema sanitario in Italia, ha una sola strada per essere  risolto, mediante leggi straordinarie, per eventi straordinari e con immediatezza soprattutto, perché oltre  60 milioni di cittadini NON DEVONO ASPETTARE CHE LA BUROCRAZIA, LE LOBBY, LA MASSONERIA E  I POTENTATI FINANZIARI  EUROPEI, OVVERO DELLA BCE,  DOPO AVER VERIFICATO LO SPOSTAMENTO DELLO 0,NULLA% ( E SE PER CASO E’ NULLO VA TUTTO BENE ) DEL DEFICIT DEL BILANCIO ITALIANO DA PARTE DI UNA COMMISSIONE EUROPEA DEDITA ESCLUSIVAMENTE A VERIFICARE CHE I PARAMETRI PRESTABILITI SIANO CENTRATI, CIOE’ QUESTO E’  QUELLO CHE VIENE VERIFICATO DA UN C.D.A. PER CONTROLLARE UN QUALSIASI  RAMO D’AZIENDA,  MA IN QUESTO CASO  E’ L’ITALIA…. CIOE’ UNA NAZIONE CIOE’ UN PAESE SOVRANO, CIOE’ LA SETTIMA POTENZA ECONOMICA AL MONDO. 

NON PUO’ UNA NAZIONE COME L’ITALIA ESSERE SUPINA ALLE DECISIONI ECONOMICHE DI UNA UE SEMPLICEMENTE ASSURDA. DECISIONI CHE SIANO IN APERTO CONTRASTO CON GLI INTERESSI SPECIFICI DELLA NAZIONE CHE NE FA PARTE.  

( CI SI RISERVA DI APPROFONDIRE MEGLIO QUESTO ASPETTO, IN QUANTO E’ DI UNA GRAVITA’ INAUDITA)

E’ questo quello di cui  abbiamo veramente bisogno?

Ciò che si vuole mettere in risalto, è IL PRINCIPIO del sacrificio sacrificabile, invalso nella UE, secondo cui, ti curi solo se lo Stato ha le risorse, ma se non le ha NON TI PUOI CURARE   e questo è uguale, identico  a quanto avvenuto per la vicina  Grecia nel 2009?  Si educò la Grecia mandandola in default nel 2011, per  lanciare un classico  monito del tipo : attenti a non sgarrare, perchè il prossimo che tenterà, avrà questo “trattamento”.

Da una parte è stato utile, ( fa comprendere la gravissima inefficacia di un terrificante accrocco fra nazioni qual è la UE ), ma  dall’altra,  ogni altra nazione facente parte dell’euro zona, è stata spinta a   trovare soluzioni estemporanee, per cercare di risolvere le proprie “crisi” interne, se vi fossero ( in realtà ci sono sempre state, infatti  non è mai esistito un solo anno, in cui nella Ue tutte le nazioni che ne fanno parte, non abbiano sopportato crisi, quanto averne fatto parte,  è significato esclusivamente,  farsi carico soprattutto delle crisi altrui.  L’Italia ante pandemia è stata una nazione definita contributrice netta attiva, cioè ha dato più risorse di quanto ne abbia ricevute direttamente o indirettamente. Significa che l’Italia ci ha rimesso, non ci ha guadagnato nulla*  NB ( CI RISERVIAMO DI APPROFONDIRE MEGLIO ) Si conclude, che non esiste una ricetta valida e percorribile o  che attualmente,   la Ue sia minimamente in grado di proporre UNA CHE SIA UNA.

Luigi Intorcia
LUIGI INTORCIA COORDINATORE NAZIONALE

Se la UE, ancora non è in grado di risolvere quasi alcunché, spetta alle nazioni provvedervi, nel principio della reciprocità del diritto. Il principio è il seguente: tutto ciò che tu Unione europea non sei in grado di rivolvere concretamente, ha come unica conseguenza, l’affermazione nell’ordinamento interno che sia o esecutivo o sia amministrativo della nazione facente parte  della medesima, attuare ogni iniziativa per la concreta soluzione, ma nel contempo, la materia su cui  la UE non è riuscita a dare SOLUZIONE è esclusa dalla parametrizzazione dei bilanci delle rispettive nazioni. Cioè tu Europa da ora in avanti,   puoi legiferare esclusivamente sulle materie che hanno avuto un iter assoluto di approvazione, tale che ciò che è stato deciso, abbia risolto nei fatti, le problematiche che da esse stesse sono scaturite.

FINE PRIMA PARTE

 

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